I Disturbi del Linguaggio rappresentano i disturbi di sviluppo più frequenti tra i 2 e 6 anni di età.Di fatto la definizione di disturbo del linguaggio in età evolutiva è utilizzata per descrivere quadri clinici molto eterogenei, dove le difficoltà linguistiche possono manifestarsi isolatamente oppure in associazione con altre condizioni patologiche, come deficit neuromotori, sensoriali, cognitivi e relazionali. Nel primo caso si parla di Disturbi Specifici del Linguaggio (DSL), ovvero ritardi o disordini del linguaggio "relativamente puri", in cui non sono identificabili fattori causali noti. Nel secondo caso i disturbi del linguaggio sono detti "secondari" o "associati al disturbo primario" (ad esempio un disturbo secondario può essere quello presente nei bambini con paralisi cerebrale infantile, oppure in quelli con particolari sindromi genetiche come la sindrome di Down o la sindrome di Williams).
Balbuzie: la balbuzie è un disturbo del linguaggio che diventa stentato, meno fluente e difficoltoso. Ne soffre circa il 3% dei bambini in età prescolare, in prevalenza maschi (quattro rispetto a una femmina).L a balbuzie richiede una attenta valutazione che prevede il contributo di più figure professionali: il neurologo, il pediatra, lo psicologo e il logopedista. Si deve infatti considerare l'aspetto medico e neurologico per escludere l'eventuale presenza di problemi organici, ma anche tenere conto di quello emotivo - psicologico. Chi balbetta diventa spesso una persona chiusa, meno disponibile ai rapporti con gli altri e con un basso livello di autostima.
Mutismo selettivo:
Disordine dell’ infanzia caratterizzato da una persistente incapacità del bambino a comunicare verbalmente in determinati contesti di vita sociale (uno o più ambiti) all’interno dei quali ci si aspetterebbe ed è spesso richiesto l’uso del linguaggio verbale.
Al contrario, il bambino parla normalmente a casa con i familiari, con i fratelli e/o con altri adulti nell’ambito familiare.
A volte non parlano nemmeno nel contesto familiare se sono presenti amici stretti o parenti di primo grado (nonni, zii, cugini)
Il disturbo è spesso contrassegnato da un’elevata ansia sociale; al contempo, la mancanza di parola può interferire con la comunicazione sociale.I bambini con questo disturbo possono utilizzare per comunicare strumenti non verbali o che non richiedono il linguaggio e possono essere disposti a partecipare ad incontri sociali quando non è richiesto il linguaggio (per es ruoli non verbali nelle recite scolastiche).
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